E’ una tecnica innovativa che, attraverso l’emissione di microonde, innalza localmente ed in profondità la temperatura del tessuto fino a 41°- 45°, aumentando di 15 volte il flusso sanguigno nella parte traumatizzata. Questo è possibile anche grazie ad un sistema di raffreddamento dei tessuti superficiali, che impedisce il surriscaldamento della pelle.
L’ipertermia è una terapia fisica che consiste nello sviluppare, in una determinata parte del corpo, il calore necessario a fornire un effetto terapeutico, facendo sì che le zone circostanti non subiscano variazioni di temperatura. Nell’ortopedia sportiva molte terapie si basano sull’effetto del calore, anche se ciò può risultare in controtendenza con la comune applicazione del ghiaccio.
È pertanto fondamentale capire l’azione della temperatura nel caso di infortunio. Il freddo serve nella fase acuta per bloccare il processo traumatico; il caldo serve nella fase cronica per aumentare la circolazione sanguigna e favorire i tempi di recupero.
Perché il calore per curare l’infiammazione?
L’utilizzo del calore in Medicina Fisica e Riabilitativa consente:
- di incrementare l’afflusso ematico (l’apporto di sangue e quindi l’ossigeno) in un tessuto; questo stimola i processi di riparazione tessutali favorendo da un lato l’apporto di substrati organici (elementi organici necessari per la riparazione e la ricostituzione tessutale), dall’altro l’eliminazione dei cataboliti (prodotti tossici generati dal processo infiammatorio);
- una modificazione della conduzione nervosa sensitiva, con riduzione del dolore;
- un aumento dell’estensibilità del tessuto tendineo;
- un rapido assorbimento degli ematomi;
- una riduzione della rigidità muscolo-articolare;
- una riduzione dello stato di contrattura muscolare;
- una inibizione di enzimi pro-infiammatori.
L’ipertermia è una terapia consolidata che si colloca fra le termoterapie profonde con la caratteristica unica e originale di consentire il controllo della somministrazione energetica in termini di profondità e intensità della sollecitazione termica.
Questo è reso possibile dall’uso simultaneo di due sorgenti di energia ovvero associando alla sorgente riscaldante, energia elettromagnetica a 433 MHz che agisce per via endogena, una sorgente raffreddante di tipo esogeno: un cuscino di acqua termostatata che controlla la temperatura degli strati cutanei mantenendola a valori fisologici.
In questo modo è possibile raggiungere i tessuti profondi, dove più tipicamente si trova il problema da risolvere, oltrepassando la barriera offerta dagli strati cutanei. La combinazione controllata degli effetti delle due sorgenti permette di determinare la profondità e la intensità della stimolazione termica a garantire la massima efficacia del trattamento.
In sintesi, per la prima volta il calore viene somministrato in maniera controllata. Per la prima volta si affronta una terapia fisica in termini di dose! Ovvero l’operatore può decidere in fase di impostazione della seduta dove scaldare e quanto scaldare! Il nuovo approccio ha consentito di rinnovare l’interesse intorno all’uso del calore in fisioterapia; uso messo talvolta in discussione non tanto per la mancanza di effetti ma solo per l’inadeguatezza delle tecnologie atte a somministrarlo.
Le prime apparecchiature per Ipertermia , linea PT , sono state installate negli anni novanta e da allora molti dati e molte esperienze sono stati raccolti a conferma della efficacia terapeutica della metodica e a supporto degli studi e dei progetti utili per la evoluzione delle tecnologie atte a somministrare il trattamento. Proprio sulla base di questa esperienza è stato possibile metter a punto i nuovi apparati della linea DELTA; l’esperienza e il lavoro di ricerca più che decennale hanno permesso di migliorare sia le apparecchiature che le modalità di applicazione.
In particolare l’evoluzione tecnologica si è tradotta nella innovazione del sistema di misura delle temperature; in particolare la introduzione del sistema di misura differenziale (brevetto DELTATHERM) ha permesso di raggiungere precisioni dell’ordine del decimo di grado che consentono un più adeguato controllo dei parametri del trattamento (profondità e intensità dell’incremento termico interno ai tessuti) con l’obiettivo di migliorarne l’efficacia.
La grande quantità di dati raccolti dal campo ha inoltre permesso di mettere a punto dei veri e propri protocolli di trattamento che finalmente, con le apparecchiature della linea DELTA, sono fruibili da parte dei nuovi utilizzatori.
Infatti con l’avvento delle nuove tecnologie è stato possibile inserire nel controllo computerizzato dell’apparato i parametri di lavoro suddivisi per profondità e per patologia . Questi parametri sono quindi disponibili in modo automatico per l’operatore che in ogni caso ha la facoltà di modificarli per personalizzare il trattamento sulla base della propria esperienza e sulle caratteristiche dello specifico caso terapeutico.